Preghiera di Abbandono

Padre mio,

io mi abbandono a te,

fa’ di me ciò che ti piace,

qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto,

purché la tua volontà si compia in me

e in tutte le tue creature.

non desidero nient’altro mio Dio.

Rimetto la mia anima nelle tue mani,

te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore,

perché ti amo.

Ed è per me un’esigenza d’amore il donarmi,

il rimettermi nelle tue mani, senza misura,

con una confidenza infinita,

perché tu sei il padre mio.

 

Origine della Preghiera di Abbandono

La preghiera di Abbandono nella forma oggi a noi conosciuta non è un testo originale di Charles de Foucauld, ma una estrapolazione da una delle sue meditazioni sul versetto 23,46 del Vangelo secondo Luca. Questa trasformazione di un testo in prosa a preghiera è da attribuirsi alla fondatrice delle piccole sorelle di Gesù, piccola sorella Magdeleine.

Manoscritto della meditazione Lc 23, 46
Manoscritto della meditazione Lc 23, 46

Durante un soggiorno a Touggourt nel 1940 piccola sorella Magdeleine è rientrata in Francia ed ha appena trascorso tre mesi sulle strade con il suo piccolo filmato per far conoscere la Fraternità. Le prime quattro sorelle stanno iniziando il noviziato a Lione. alcuni giorni prima dell’inizio del noviziato, piccola sorella Magdeleine le riunisce per leggere loro la meditazione di fr. Charles su Lc 23,46. Dopo averla letta, racconta piccola sorella Marguerite, dice alle sorelle:

«Non trovate che sarebbe una bella preghiera da recitare tutti i giorni?» Noi abbiamo approvato. Ma eravamo anche d’accordo che, per una recita comunitaria ad alta voce occorresse sopprimere qualche ripetizione. E così, dopo la lettura ad alta voce, tentativi di soppressione, letture e riletture, quella sera ha preso la forma attuale. La sola differenza sta nel fatto che vi abbiamo aggiunto la parola “oggi” – “fa di me ciò che ti piace”. Da allora l’abbiamo recitata ogni mattino fino al giorno in cui, influenzate dai piccoli fratelli, abbiamo iniziato a recitarla alla sera, sopprimendo “oggi”.

Quattro anni più tardi, nel novembre 1944, piccola sorella Magdeleine, di passaggio ad Algeri fa visita ad uno dei primi piccoli fratelli, Marc, molto malato di tubercolosi. Gli dà il testo della preghiera di abbandono e lui lo conserva gelosamente. Alcuni mesi dopo, alla vigilia della sua morte, un amico legge la preghiera. Dopo la sua morte essa fu adottata anche dai Piccoli Fratelli. 

 

“Mano nella Mano” : un articolo sulla preghiera dell’Abbandono di don Antonio Nepi

 

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