Aspettando la visita di Dio

 

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Aspettiamo un appuntamento, aspettiamo il nostro turno, aspettiamo che qualcosa inizi o finisca, aspettiamo un ritorno. Nelle nostre giornate viviamo tante attese, alcune con preoccupazione, altre invece, con gioiosa trepidazione. Oggi con l’inizio dell’Avvento riviviamo un’attesa che ritorna ogni anno e che ci fa già pregustare la gioia della festa che celebreremo fra quattro settimane.

Avvento è una parola che nell’antichità veniva usata per riferirsi alla venuta di un grande personaggio, e in particolare alla nascita dell’imperatore romano o del suo avvento al potere. I cristiani, successivamente, hanno preso questa parola per applicarla alla venuta di Gesù. Ma nella Scrittura non viene mai usata la parola “avvento”. Per la venuta del Signore si utilizza un altro termine: “visita”. Dio visita il suo popolo (cfr. Rt 1,6; Es 4,21; Lc 1,68; Lc 7,16). Perché il Signore Iddio viene così, non come un personaggio illustre la cui venuta mette in agitazione per i preparativi che bisogna fare. Dio ha scelto di far nascere suo figlio nel silenzio di una grotta, sconosciuto da tutti. La visita di Dio è come la venuta di un amico che viene a trovarci, per stare un po’ con noi. Quando Dio visita il suo popolo, vuol dire che la sua presenza si traduce in condivisione, in vicinanza. Dio visita il suo popolo avvicinandosi, perché la vicinanza è la modalità di Dio[1]

E allora buon Avvento a tutti, con l’augurio che ciascuno possa riconoscere in questa attesa, la novità della presenza del Dio vicino, del Dio con noi!

 

Le Piccole Sorelle della Visitazione

 

[1] Papa Francesco, Quando Dio visita, L‘Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.211, Merc. 17/09/2014

 

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